Vendemmia in arrivo: perché si piantano le rose accanto alle viti?

I campi pieni di vigneti si vestono a vesta, carichi di uva pronta per diventare mosto e poi vino, e pronta per essere raccolta dai pazienti contadini, che la consegneranno nelle mani di altrettanti pazienti viticoltori ed enologi.

Ma facciamo un passo indietro: avete mai notato, facendo un giro in uno dei campi allestiti a vigneto, che di fronte alle viti (anche conosciute con il loro nome scientifico Vitis vinifera) i coltivatori piantano spesso delle piante di rose, che diventano quasi un cespuglio?

Se credete sia solo per bellezza del campo vi sbagliate. La vite infatti è una pianta molto sensibile alle avversità atmosferiche e soprattutto agli attacchi di agenti fungini e di animali. È così tanto delicata che basta poco perché venga attaccata da questi agenti esterni, andando così a compromettere un intero raccolto o addirittura un’intera annata. Un disagio economico, oltre che legato al gusto delle tante varietà di vino ottenute dalla vendemmia.

Nello specifico, tra le malattie che possono attaccare la vite troviamo le più comuni che sono: la peronospora (nome scientifico Plasmopara viticola) e l’oidio (con il nome scientifico Uncinula necator).

Secondo la pratica comune, è possibile prevenire l’attacco da questo tipo di malattie piantando una pianta di rosa, posta nei pressi dei filari. Generalmente, avrete notato, le rose vengono poste in testa ai filari. Infatti le rose si comportano come una specie di sentinella: tale pianta tende a manifestare i sintomi in anticipo rispetto alla vite stessa (sarebbe calcolato circa una settimana prima), “avvisando” i coltivatori del pericolo e dando loro la possibilità di ricorrere ai ripari.

L’agricoltore potrà così intervenire in maniera mirata, a seconda della malattia che coinvolge la pianta: potrà così effettuare dei trattamenti a base di rame (se si tratta della diffusa peronospora) o di zolfo (per oidio). Si riuscirà così a bloccare in tempo la possibile infezione.